Il lavaggio epatico viene consigliato per depurare il fegato dalle impurità.
Personalmente ritengo tale pratica pericolosa se non preceduta da un esame del fegato, della cistifellea e delle vie biliari effettuato da un OTTIMO gastroenterologo.
Ed è per questo che sento l'urgenza di scrivere questo post.
Per spiegarvi perchè dico questo occorre far riferimento all'anatomia microscopica e macroscopica delle vie biliari. Nel fegato vengono prodotti acidi e sali biliari che attraverso minuscoli canalini che diventano sempre più grandi, vengono portati alla cistifellea. Qui la bile viene concentrata e viene stoccata in attesa del pasto, durante il quale si riversa nel duodeno attraverso il coledoco. In questo dotto si riversano anche gli enzimi digestivi prodotti dal pancreas.
Gli “ingredienti” utilizzati per il lavaggio epatico (sali di magnesio, olio di oliva, succo di limone) vanno a stimolare la contrazione della cistifellea e delle vie biliari, sia intra che extra-epatiche. In questo modo vengono espulse le “impurità” accumulatesi. Ma se vi sono dei piccoli calcoli nel fegato, muovendosi potrebbero andare ad ostruire i canalicoli. Se vi sono dei calcoli nella cistifellea, muovendosi ma non riuscendo a raggiungere il duodeno, potrebbero bloccare il coledoco, impedendo anche agli enzimi pancreatici di riversarsi nell'intestino. Con conseguenze che non sto qui ad esporvi. Ora, il mio consiglio, che proviene da una biologa nutrizionista la quale sta cercando, con enormi sacrifici, di prendersi anche la laurea in medicina, è di non prendere queste pratiche sottogamba, di non farvi confondere dal fatto che se ne parla come di qualcosa di facile e semplice da fare. Il consiglio vale per tutto. Non è detto, ad esempio, che le erbe non possano avere effetti potenti e deleteri se non si sanno usare. Un esempio ne è la digitale: utile nella terapia dell'insufficienza cardiaca, tuttavia in dosi eccessive può essere addirittura mortale.
Spero che attraverso le immagini, benchè in francese (che devo fare, il mio atlante è in francese) possano esservi più chiari i motivi della mia perplessità.
Personalmente ritengo tale pratica pericolosa se non preceduta da un esame del fegato, della cistifellea e delle vie biliari effettuato da un OTTIMO gastroenterologo.
Ed è per questo che sento l'urgenza di scrivere questo post.
Per spiegarvi perchè dico questo occorre far riferimento all'anatomia microscopica e macroscopica delle vie biliari. Nel fegato vengono prodotti acidi e sali biliari che attraverso minuscoli canalini che diventano sempre più grandi, vengono portati alla cistifellea. Qui la bile viene concentrata e viene stoccata in attesa del pasto, durante il quale si riversa nel duodeno attraverso il coledoco. In questo dotto si riversano anche gli enzimi digestivi prodotti dal pancreas.
Gli “ingredienti” utilizzati per il lavaggio epatico (sali di magnesio, olio di oliva, succo di limone) vanno a stimolare la contrazione della cistifellea e delle vie biliari, sia intra che extra-epatiche. In questo modo vengono espulse le “impurità” accumulatesi. Ma se vi sono dei piccoli calcoli nel fegato, muovendosi potrebbero andare ad ostruire i canalicoli. Se vi sono dei calcoli nella cistifellea, muovendosi ma non riuscendo a raggiungere il duodeno, potrebbero bloccare il coledoco, impedendo anche agli enzimi pancreatici di riversarsi nell'intestino. Con conseguenze che non sto qui ad esporvi. Ora, il mio consiglio, che proviene da una biologa nutrizionista la quale sta cercando, con enormi sacrifici, di prendersi anche la laurea in medicina, è di non prendere queste pratiche sottogamba, di non farvi confondere dal fatto che se ne parla come di qualcosa di facile e semplice da fare. Il consiglio vale per tutto. Non è detto, ad esempio, che le erbe non possano avere effetti potenti e deleteri se non si sanno usare. Un esempio ne è la digitale: utile nella terapia dell'insufficienza cardiaca, tuttavia in dosi eccessive può essere addirittura mortale.
Spero che attraverso le immagini, benchè in francese (che devo fare, il mio atlante è in francese) possano esservi più chiari i motivi della mia perplessità.