Qualche giorno fa è venuta in studio la mia dolce M. In cura con me dal periodo successivo alla sua operazione per la rimozione di fibromi uterini. Quindi da circa un anno. E da un anno non ha più sintomi, ha ciclo normale (nessun AUB, Anormal Uterine Bleeding, cioè niente ciclo troppo abbondante nel suo caso), è più serena, ha avuto una tranquilla perdita di peso. Ma durante questa visita mi racconta che ha riscontrato dolenzia al seno, mestruazioni più abbondanti e leggermente in ritardo, aumento di peso e del “gonfiore” (traduzione da paziente della ritenzione idrica) e consensuale aumento di peso. Tutti sintomi apparsi da poco prima del ciclo e scomparsi con il passare dei giorni dopo il ciclo. Quando un paziente come M. si presenta, dopo un anno di quiete, con un quadro di sintomi riconducibile a fluttuazioni ormonali fisiologiche, ma che si discosta dalla norma per l’intensità o per l’improvvisa comparsa di “campanelli d’allarme” si deve indagare a fondo, pena il ripresentarsi, in tutta la loro magnificenza, di quelle condizioni che l’hanno portata su un tavolo operatorio. Dall’interrogatorio (😉) emerge che l’unico cambiamento rispetto ai mesi precedenti è stata l’assunzione di uno (o due?) pacchetti di crackers a metà mattina e metà pomeriggio.
Ok. Già sapevo della sua “tendenza” all’estrogeno dominanza, ma cosa c’entrano due pacchetti di crackers in più al giorno?
L'assunzione di alimenti composti per la maggior parte di carboidrati provoca un rapido assorbimento del glucosio e un conseguente picco glicemico. Il nostro pancreas risponde rilasciando insulina per normalizzare i livelli di zucchero. Ripetere questo schema due volte al giorno, lontano dai pasti principali, significa indurre stimoli insulinici frequenti e potenzialmente elevati.
È qui che entra in gioco il legame con l'equilibrio ormonale. L'insulina non è solo un regolatore della glicemia; è un ormone con un impatto sistemico che interviene anche nella modulazione degli ormoni sessuali. I meccanismi che collegano iperinsulinemia o frequenti picchi insulinici a potenziali squilibri estrogenici sono diversi e interconnessi.
Uno dei meccanismi chiave è la modulazione della SHBG (Sex Hormone Binding Globulin). Questa proteina, prodotta principalmente dal fegato, ha il compito di legare gli ormoni sessuali (estrogeni e androgeni) nel circolo ematico, regolandone la quota "libera" e biologicamente attiva disponibile per i tessuti. L'iperinsulinemia ha un riconosciuto effetto di soppressione sulla sintesi epatica della SHBG. Ne consegue una riduzione dei livelli circolanti di questa proteina, con un conseguente aumento della frazione "libera" e attiva degli ormoni sessuali. Anche a fronte di una produzione totale di estrogeni nella norma, una maggiore biodisponibilità tissutale può comportare un'amplificazione dei loro effetti.
Inoltre, l'insulina può esercitare un'azione stimolatoria sulla produzione di androgeni (ormoni precursori degli estrogeni) a livello gonadico e surrenalico. Sebbene questo meccanismo sia prominente nella Sindrome dell'Ovaio Policistico (PCOS), la sua influenza sull'assetto ormonale generale è riconosciuta anche al di fuori di questa specifica patologia.
Un pattern alimentare che genera frequenti stimoli insulinici può, attraverso questi meccanismi, contribuire a uno stato di dominanza estrogenica relativa – ovvero, un eccesso di attività estrogenica rispetto ad altri ormoni, come il progesterone.
I sintomi riportati da M. – mastodinia, ritenzione idrica, aumento di peso, alterazioni del ciclo – sono manifestazioni tipiche di questa condizione. In una paziente con una storia di fibromi, che indica una particolare sensibilità dei tessuti uterini agli estrogeni, l'aumento della quota estrogenica attiva può spiegare la ricomparsa o l'intensificazione dei sintomi ginecologici e sistemici.
Questo caso dimostra come anche un semplice pacchetto di crackers possa essere la "chiave di volta" per comprendere un quadro sintomatologico complesso.
Ma attenzione: identificare questo legame richiede una conoscenza approfondita dei meccanismi che regolano sia l'omeostasi glicemica che gli equilibri ormonali e la loro interconnessione.
Richiede inoltre di calare la "teoria" fisiologica e patologica nel quadro di quello specifico paziente, di aver compreso quali sono i red flags (i punti critici) nella salute, fisica e mentale, di quella persona che si rivolge a te, che ti chiede di risolvere un problema apparentemente piccolo.
Come gonfiore, un leggero aumento di peso, mastodinia subito scomparsa con l'arrivo del ciclo.
Il tuo compito, da dottore, è vedere e prevedere.
È bloccare subito, con prontezza, una cascata che potrebbe riportare la tua dolce M. di nuovo a fare trasfusioni, di nuovo a sdraiarsi sul tavolo operatorio...
È quindi la capacità di decifrare un quadro complesso, dove ogni sintomo è un pezzo di un puzzle più grande, ciò che permette a un esperto in medicina funzionale e nutrizione di "stanare" le cause profonde degli squilibri ormonali e metabolici, contrastarle e prevenirle.
Se senti che questo approccio risuona con te, se cerchi una comprensione profonda della tua biologia e dei tuoi sintomi e una guida esperta e umana per costruire un benessere duraturo, sappi che esiste una soluzione.
Un percorso in cui tu mi racconterai di te e io userò tutto quello che so per rendere il tuo cammino più leggero.