Nichel e vecchi merletti...

Verso la fine del 2007 aprii un blog sul nichel, dal nome Nichel-free, liberi dal nichel, in cui parlavo della mia personale esperienza da allergica al Ni. Della difficoltà di una diagnosi (ci arrivai da sola), della ricerca di una terapia.
Per questo cominciai a cercare tutte le notizie disponibili in rete ed a riportarle. 
Dal numero di persone che mi seguiva, anch'esse un po' spaesate (anzi, molto spaesate), compresi che quest'allergia era molto più comune di quanto la mancata conoscenza da parte della classe medica potesse far pensare.
Addirittura sei anni dopo sono stata pubblicamente derisa quando in un corso di nutrizione ho affermato che l'allergia al nichel fosse molto diffusa nella popolazione italiana, specie tra le donne. Ma qualche mese dopo, gli organizzatori di quel corso hanno proposto un intero seminario dedicato solo all'allergia al nichel.
Si vede che in pochi mesi in Italia si è passati da un malato ogni 10 milioni a parecchie migliaia per milione di persone. Prima, niente. Tutto inventato.
Mah... e un grande mah anche per il gran numero di blog e social dedicati all'argomento da parte di non-professionisti. Il fatto che non vi siano molti articoli o testi sull'allergia (o intolleranza) al nichel scritti da professionisti avrà pure una spiegazione, no?
Molti di voi conoscono già la tizia che sta scrivendo. Alcuni la seguono dal 2007. Gli altri, se ne hanno voglia, la conosceranno man mano. Sappiano solo che ho qualche titolo per parlare, comunque.

Questi i motivi per cui il titolo del post si ispira ad "Arsenico e vecchi merletti".
Ok, chiudo col passato e ricominciamo da qui.

1. Tutte le liste di alimenti utilizzate per la “dieta da eliminazione del nichel” contengono alimenti che ricchi di nichel non sono.
Lo posso dimostrare perché sono l'unica, per quel che so, che si è messa lì a spulciare tra migliaia di alimenti da diversi database messi a disposizione da gruppi di ricerca differenti, in paesi differenti, in tempi differenti.
E posso affermare, per esempio, che i pomodori non sono poi così ricchi di nichel (da 0,7-3,2 mcg/100 g contro i 3,8-10 mcg/100g della farina bianca) a meno che voi non andiate a mangiare proprio quelli coltivati a ridosso di un'autostrada.
2. Molti medici, compreso il mio stimatissimo prof di dermatologia, non credono che esista una reazione sistemica legata all'ingestione di nichel. Altri, compresi medici del Gemelli, ritengono che esista ed erogano servizi ospedalieri in proposito.
Chi ha ragione? Entrambi e nessuno.
La mia opinione è che una reazione sistemica al nichel esiste, ma è espressione di qualcos'altro che sta al di sotto. Può esser frutto di uno squilibrio degli ormoni sessuali, di un problema alla tiroide, di un leaky gut, di celiachia, di un generale profilo atopico, addirittura di un'infezione da H. pylori. A questo si deve la pletora di sintomi differenti lamentati dai differenti pazienti che hanno reazione al nichel.
Squilibri sottostanti diversi, sintomi diversi.
Che possono essere già evidenti o ancora a livello sub-clinico.
E qui sta il problema. Capire qual è il reale problema.
Solo lavorando su quello la reazione al nichel diventerà via via più sfumata per attenuarsi del tutto, alla fine.
Abbandonate le liste di alimenti contenenti nichel (son giusto quattro cose quelle davvero ricche di nichel) e lavorate su tutto il resto.
Non, ripeto, NON è possibile eliminare completamente il nichel dalla dieta. E nemmeno sarebbe giusto (ecco qui, tanto per gradire):
Cobalt and nickel are essential trace elements with significant impact on the processes of haematopoiesis—stimulation of erythropoietin production and haemoglobin synthesis [21]. Lower concentrations of nickel have been observed in blood of anaemic children as compared to healthy controls [17].”
21. P. Maxwell and K. Salnikow, “HIF-1: an Oxygen and metal responsive transcription factor,” Cancer Biology and Therapy, vol. 3, no. 1, pp. 29–35, 2004.
17. F. Shah, T. G. Kazi, H. I. Afridi et al., “Evaluation of status of trace and toxic metals in biological samples (scalp hair, blood, and urine) of normal and anemic children of two age groups,” Biological Trace Element Research, vol. 141, no. 1–3, pp. 131–149, 2011.
Ah, e sì, la reazione sistemica al Ni può estendersi anche al cobalto (sono atomi molto molto simili)...
Quelle liste sono un pot-pourri di alimenti problematici per un sacco di situazioni: eliminandone tanti, riducendo il consumo un po' di questo, un po' di quello è ovvio che uno degli squilibri possibili pure lo becco, almeno in parte.
Ma non è stato centrato il problema.
Quindi, rischiate di privarvi di cose che invece potreste consumare e ne mangiate altre che invece non dovreste mangiare.
Insomma, un'altalena in cui un giorno state bene, un altro male anche “seguendo la dieta” alla perfezione. Il giorno che state male, non ve ne siete nemmeno accorti, ma avete mangiato un po' di più qualcosa che non è compreso nella lista e che va a solleticare il vostro squilibrio di base.
Quindi...
Avete individuato la causa? Sapete cosa fare? Bene, procedete fiduciosi.
Non avete individuato la causa? Anche individuata non sapete cosa fare?
Io non ve lo posso dire qual è lo squilibrio perché è diverso da persona a persona. Individuarlo può essere davvero difficile. Occorre un'anamnesi attenta e approfondita. Andate da un professionista che conosca almeno il concetto di medicina funzionale e fatevi consigliare. Anche perché, mentre voi girate in tondo a cercare di curarvi da soli, la/le cause sottostanti alla reazione sistemica al nichel si aggraveranno.

PS: è difficile gestire un blog, una pagina, la professione e gli esami di medicina... quindi troverò il modo, dal vecchio blog, di reindirizzarvi qui, dove riporterò anche gli articoli più interessati scritti all'epoca sull'argomento.