A me mi piace piccanto!!!

Nel tentativo di trovare rimedi antidolorifici che non hanno gli effetti collaterali dei FANS e/o del paracetamolo ho iniziato ad esplorare le proprietà di rimedi antichi, utilizzati per lungo tempo e da molti popoli.
E così, vi presentio le Zingiberaceae e cioè curcuma (Curcuma longa), zenzero (Zingiber officinale), zenzero giavanese (Curcuma zanthorrhiza), e galangal (Alpinia galanga). 
I dati disponibili sugli effetti degli estratti di queste piante mostrano che sono più sicuri dei farmaci anti-infiammatori non steroidei. Tuttavia, entrambi (cioè sia i FANS che gli estratti delle Zingiberacae) portano ad una approvata della coagulazione (il motivo per cui a molti viene prescritta la cosiddetta cardioaspirina, la cosiddetta aspirinetta). E al momento non esistono studi che confrontino su questo punto gli effetti dei principi attivi.
Accanto ai classici usi delle Zingiberacae (febbre, raffreddori, dolore, mal di stomaco, nausea) si sta valutando la possibilità di utilizzarli nel trattamento delle malattie croniche (osteoartrite, artrite reumatoide, MICI e addirittura nella depressione).
Ho scelto una metanalisi e una recensione, puntando soprattutto sullo zenzero, ma vi avverto... da qui in poi è per addetti ai lavori (per questo è scritto in piccolo), ma alla fine c'è un riassunto che spero sarà più comprensibile . ;)

Dunque, la prima recensione che vi propongo è quella di una metanalisi sulle varie Zingiberacee e sui loro principi attivi:
curcuma: il suo principio attivo è il polifenolo curcumina, che interviene diminuendo l'attività di COX2 e del fattore nucleare NF-κB (studi pilota su esseri umani hanno mostrato risultati promettenti per migliorare i sintomi di artrite reumatoide e delle malattie infiammatorie intestinali)
zenzero: gingerolo e zingerone sono i principali principi attivi, a cui si associano anche altre molecole. Come la curcuma, inibiscono NF-kB e diminuiscono la formazione di prostaglandine e leucotrieni (è al vaglio il loro utilizzo nelle malattie allergiche)
galanga: i suoi polifenoli hanno mostrato, in uno studio effettuato sui topi, di diminuire il danno indotto dai lipopolisaccaridi (LPS, sono sostanze presenti sui microrganismi che, attivando il sistema immunitario, fanno aumentare la produzione di molecole infiammatorie*)
zenzero giavanese: contiene la curcumina e il zantorrizolo (starebbe per la traduzione di zantorrizol... che non si trova), anch'esso un inibitore di COX-2.
*per i non addetti ai lavori: per avere un concetto di quel che è ea cosa serve l'infiammazione, leggete almeno l'incipit di  Infiammazione, il killer (non così tanto) silenzioso
In questa metanalisi sono stati inclusi studi:
1) che valutano l'effetto antidolorifico di estratti delle Zingiberaceae in condizioni che comportano dolore cronico (cioè presente da almeno 3 mesi), ma anche quelli in cui il dolore è presente solo per più di 24 ore, in cui gli estratti di una o più Zingiberaceae sono stati dati da soli o in combinazione con molecole destinate ad aumentarne la biodisponibilità, ma non insieme ad altri estratti di erbe non provenienti da Zingiberaceae 3) in cui gli estratti sono stati somministrati per 24 ore o più.
Sono stati esclusi dalla meta-analisi studi che:
1) non sono controllati con placebo; 2) non sono in doppio cieco; 3) non misurano il dolore tramite VAS (scala visuo-analogica del dolore).
Ecco dunque i risultati per tipo di malattia:
  • Osteoartrosi: l'estratto di zenzero è stato utilizzato in dosi 340 mg/die ed ha mostrato di essere efficace come il diclofenac nell'alleviare il dolore; l'estratto di curcuma in dosi di 1000 e 1500 mg/die ha mostrato invece efficacia pari all'ibuprofene. Ciononostante, la metanalisi in questione conclude che l'effetto degli estratti di curcuma per il dolore cronico nell'steoartrite è maggiore di quello degli estratti di zenzero.
  • Dolori mestruali: sono stati esaminati due studi, nel primo l'efficacia di 1000 mg/die di estratto di zenzero ha comportato una riduzione del dolore pari a quello ottenuto dalla somministrazione di acido mefenamico o ibuprofene, nel secondo è stato confrontato con la somministrazione di 1500 mg/die di estratto di zenzero con un placebo. Nel gruppo che assumeva lo zenzero è stata rilevata una riduzione significativa sia nella gravità che nella durata del dolore.
  • Dolore in seguito ad esercizio fisico: nei volontari che hanno assunto 2000 mg/die di zenzero crudo o 400 mg/die di curcumina vi è stato minor indolenzimento muscolare in seguito ad esercizio fisico di tipo eccentrico (un tipo di attività muscolare in cui viene aumentata la tensione muscolare in fase di allungamento).
  • Dolore nel recupero da un intervento chirurgico: 2000 mg/die di curcumina nei pazienti sottoposti a colecistectomia laparoscopica hanno determinato una significativa riduzione del dolore rispetto al gruppo placebo.
  • Dolore cronico nella sindrome dell'intestino irritabile: l'estratto di curcuma (a 72 e 144 mg/die, rispettivamente) ha mostrato una modesta ma significativa riduzione del dolore addominale (ma non a 60 mg/die).
  • Dolore nella dermatite indotta da radioterapia (cancro al seno): l'uso di curcumina a dosi molto alte (6000 mg/die) è stato correlato con minori sintomi di dermatite da radiazioni, ma non ha avuto effetto sul dolore, rispetto al gruppo placebo .
La metanalisi in questione conclude quindi che l'eterogeneità dei risultati riscontrata negli studi esaminati può essere spiegata con l'ampia variabilità delle dosi di estratti utilizzati in ciascuno studio, ma che essi possono essere utilizzati per la gestione del dolore cronico. Altro punto a favore del loro uso è che raramente essi provocano reazioni allergiche. I relatori riportano una possibile epatotossicità riscontrata in studi su roditori (ma viene smentita da altri studi, fidatevi) e che hanno attività anticoagulante (ma questo effetto, in presenza di forte infiammazione, può essere un effetto desiderato, no?).
Ed ora eccovi una recensione più puntata sulla chimica e sugli effetti molecolari degli estratti di zenzero, pianta indigena dell'Asia tropicale, probabilmente originaria del sud della Cina o dell'India ma conosciuta anche in Occidente (in Grecia la usava il botanico e farmacista Dioscoride (40-90 dC), a Roma Plinio il Vecchio descrisse l'uso medicinale dello zenzero nelle sue opere, Naturalis Historia, risulta conosciuta in Germania e in Francia fin dal 9° secolo).
Questa recensione si concentra, oltre che sull'effetto degli estratti dello zenzero sul dolore, anche sull'effetto nel trattamento di diabete, obesità, diarrea, allergie, dolori, febbre, artrite reumatoide, infiammazione e varie forme di cancro (in particolare cancro di intestino, seno, ovaie e pancreas in vari modelli animali)... e ancora in problemi epatici, metabolici e del sistema nervoso centrale (SNC) e nei confronti di microrganismi.
Partiamo dal fatto che gingeroli (GN) e shogaol (SG, mi spiace non mi sembra esista traduzione in italiano), cioè i composti che si formano dai gingeroli quando lo zenzero viene seccato o trattato termicamente, sono ugualmente efficaci. Il gingerolo più presente, quantitativamente, è quello che ha un gruppo R a 6 atomi di C, ma vi sono anche gingeroli (e quindi shogaol) con gruppo R a 4, 8, 10 e 12 atomi di carbonio. Tra tutti, quello con le migliori attività biologiche è il 6-SG.
Strutture chimiche di gingeroli e shogaol isolati dal rizoma dello zenzero.

Ed ora tenete, l'elenco successivo è davvero per addetti ai lavori (ma alla fine, come ho detto, vi riassumo tutto in modo più semplice).
Dunque lo zenzero:
  • inibisce l'ossidazione dei vari radicali liberi e la produzione di ossido nitrico.
  • Inibisce la formazione di citochine pro-infiammatorie e la presentazione dell'antigene da macrofagi attivati ​​da LPS
  • diminuisce l'espressione di iNO sintetasi e di TNF-α attraverso la soppressione della fosforilazione di I-κBα
  • inibisce l'attivazione nucleare di NF-kB e la traslocazione della PKC-α
  • modula le risposte infiammatorie TLR-mediate
  • inibisce l'attivazione di NF-kB e l'espressione COX-2 inibendo la dimerizzazione di TLR4 indotta da LPS
  • inibisce il legame tra ICAM-1 e linfociti
  • diminuisce la quantità di mRNA di IL6, IL8, e SAA1 major acute Phase Protein
  • riduce la traslocazione nucleare indotta da LPS della subunità NFκB
  • diminuisce la quantità di glucosio sierico seguendo la segnalazione dell'insulina, agendo come attivatore della pompa del calcio (SR Ca2+-ATPasi)
  • aumenta l'attività della fosfatasi alcalina
  • stimola il superossido dismutasi, catalasi, glutatione perossidasi e aumenta la quantità di GSH
  • aumenta la produzione di collagene, di osteocalcina e di osteoprotegerina
  • contrasta l'aumento di peso corporeo sopprimendo l'accumulo di grasso e la dimensione delle gocce lipidiche
  • può aumentare la disgregazione delle pareti cellulari batteriche, potenziando così l'azione di diversi antibiotici anche contro microbi che hanno sviluppato resistenza ad essi
  • combatte la diarrea dovuta a Vibrio cholera grazie alla capacità di legarsi alla sua tossina
  • è d'aiuto nel ripristinare la funzionalità renale, riducendo la perossidazione dei lipidi e aumentando le quantità di glutatione ridotta, superossido dismutasi e attività della catalasi
  • arresta la neurotossicità mediata dai prioni proteggendo la funzione mitocondriale
  • inibisce il rilascio di istamina dai mastociti peritoneali di ratto
  • sopprime la produzione di muco indotta da IL-1β nelle cellule epiteliali delle vie aeree umane
  • riduce gli episodi asmatici inducendo il rapido rilassamento della muscolatura liscia delle vie aeree
  • inibizione del Ca 2+ in risposta a bradichinina e S
  • inibisce i recettori 5-HT3, che sono responsabili di nausea e vomito
  • è utile contro le fasi acute e ritardati di nausea e vomito indotti dall'uso di cisplatino nei ratti.
  • 6-GN, in particolare, ha mostrato attività anti-angiogenica inibendo il fattore vascolare di crescita endoteliale
  • inibisce la formazione di trombossano B2 e di PG D2 a partire dall'acido arachidonico
  • possiede attività epatoprotettiva contro l'epatotossicità indotta da paracetamolo (con effetti simili a quelli ottenuti con silimarina) e da diclofenac
  • mitiga la citotossicità indotta da CCl4 in epatociti di ratto 
  • esibisce una potente attività anti-aterosclerotica, inibendo l'incorporazione di [35S] -Met/Cys nei proteoglicani delle cellule muscolari lisce vascolari umane. Inibisce anche la sintesi di proteoglicani stimolata da TGF-β 
  • nei topi diminuisce l'entità del danno polmonare acuto indotto da LPS
Inoltre, da esperimenti su argomenti:
Dopo somministrazione orale di un estratto di zenzero (contenente 53% 6-GN) alla dose di 240 mg/kg, 6-GN è stato assorbito nel plasma entro 10 minuti in una concentrazione elevata (4,23 mg/mL). Tuttavia, la maggior quantità di estratto si trovava nel tratto gastrointestinale 
il 6-Gingerol-glucuronide è stato come il principale metabolita di 6-GN (con tempo di dimezzamento pari a 163 min identificato)
il [6] -gingerol è il metabolita primario e viene escreto nelle urine 
i composti attivi dello zenzero, 6, 8 e 10-GN e 6-SG, sono sicuri per gli esseri umani sani fino a dosi di 2000 mg (questo valore è al di sotto di quello raccomandato dalle linee guida del US National Cancer Institute Common Tossicità)
pochi individui mostrano, in seguito alla somministrazione di alte dosi di estratti, sintomi gastrointestinali minori, tra cui eruttazioni, bruciore di stomaco e indigestione
6-, 10-GN e SGS (1,6 mmol / kg, iv ) possono promuovere la secrezione surrenale di catecolamine nei ratti. 
Allora, come promesso, in parole più comprensibili, lo zenzero:
  • migliora il metabolismo agendo sulla glicemia, lo stoccaggio dei lipidi e la formazione di LDL ossidate (queste ultime alla base dell'aterosclerosi)
  • abbassa l'infiammazione in vari modi (agendo sulla formazione di prostaglandine infiammatorie, sulla formazione di radicali e sulla disponibilità dei sistemi atti a diminuire la presenza), con effetti positivi su rene, cuore, fegato ed endotelio
  • ha effetti sul sistema immunitario, modulando sia la risposta innata che quella adattativa
  • diminuisce la sintesi delle citochine infiammatorie e la risposta ai recettori dell'immunità innata
  • agisce sulla muscolatura liscia dei bronchi e sulla produzione di muchi nell'asma migliorando la sintomatologia
  • inibisce nausea e vomito
  • è efficace per i dolori mestruali
  • inibisce il rilascio di istamina, almeno da parte di alcuni mastociti.
Quindi, visto che ha effetti meno tossici dei FANS, se ne propone l'uso per le condizioni di dolore cronico e in quelle che sono caratterizzate da una forte infiammazione di base (come le malattie autoimmuni) ma servono ulteriori studi per quanto riguarda dosaggio e farmacocinetica. In pratica, una quantità di 2000 mg/die di estratti di zenzero essere ben tollerata, a patto di non utilizzare anticoagulanti o antiaggreganti, E siccome sembra sembra anche aumentare la produzione di catecolamine da parte del surrene, potrebbe essere una buona idea pratica, ma soltanto considerando tutta la vostra situazione (e monitorandola, per un uso prolungato) grazie ad un bravo medico.

Altra cosa è prendere la vostra tisana di zenzero o biscotti allo zenzero per puro piacere di gola oppure per la nausea o la dispepsia o per il raffreddore... la quantità di composti attivi è minore, non titolata. Ma di sicuro ora sappiamo che il sottoporre lo zenzero a cottura oa essiccamento non ne diminuisce l'efficacia!!!

Bibliografia:
Lakhan SE, Ford CT, estratti di Tepper D Zingiberaceae per il dolore: una revisione sistematica e una meta-analisi. Nutr J. 2015 maggio 14;14:5 
Semwal RB, Semwal DK, Combrinck S, Viljoen AM. Gingeroli e shogaoli: importanti principi nutraceutici dello zenzero. Fitochimica. Settembre 2015;117:554-68

Inoltre:
Efficacia dello zenzero per alleviare i sintomi della dismenorrea primaria: una revisione sistematica e una meta-analisi di studi clinici randomizzati. Dolore Med. 2015 dicembre;16(12):2243-55.
L'effetto dell'integrazione di estratti di zenzero (Zingiber officinalis) e carciofo (Cynara cardunculus) sulla dispepsia funzionale: uno studio clinico randomizzato, in doppio cieco e controllato con placebo. Complemento Evid Based Alternat Med. 2015;2015:915087. 
Influenza della dieta sul dolore attraverso il sistema immunitario. Prog Mol Biol Trad. Sci. 2015;131:435-69. 
Zingiber officinale: una pianta potenziale contro l'artrite reumatoide. Artrite. 2014;2014:159089. 
Un integratore alimentare commercializzato allevia il dolore articolare negli adulti della comunità: uno studio comunitario in doppio cieco, controllato con placebo. Nutr J. 25 novembre 2013;12(1):154. 
Effetto dello zenzero sulla motilità gastrica e sintomi di dispepsia funzionale. Mondo J Gastroenterolo. 2011 7 gennaio;17(1):105-10.